SdS - Scuola dello Sport, n° 102

ANNO EDIZIONE: 2014
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista SdS - Scuola dello Sport
PAGINE: 72

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DESCRIZIONE

Luglio-Settembre 2014

Rossana Ciuffetti  
SPORT FEMMINILE: PASSATO, PRESENTE E FUTURO
Attualità, prospettive future e problemi dello sport femminile
Negli ultimi decenni e soprattutto in questi ultimi anni, si assiste ad una evoluzione nella quale la pratica dello sport da parte delle donne sta assumendo una rilevanza culturale, economica e sociale sempre maggiore, tale che essa è ormai una componente integrante e importante del sistema sportivo attuale. Ciò è una conseguenza sia del notevole incremento della pratica dello sport e di tutte le attività fisiche a livello nazionale e internazionale, sia della partecipazione femminile allo sport di prestazione in Italia e nel mondo. Come evidenzia l’aumento progressivo del numero delle competizioni e delle atlete nei Giochi olimpici. Se a lungo lo sviluppo storico dello sport è stato caratterizzato da una evidente predominanza maschile, l’attuale parità di competizioni maschili e femminile raggiunta nei Giochi olimpici è il risultato evidente del superamento definitivo di pregiudizi di natura medica, culturale e di costume di una società avviata verso la parità di genere. Sotto questo aspetto, il nostro Paese è perfettamente in linea con le tendenze che si riscontrano a livello internazionale. Sia a livello di praticanti, sia di partecipazione delle atlete italiane ai Giochi olimpici, mondiali e continentali. Nei quali i risultati ottenuti dalle nostre atlete sono ormai componente essenziale della posizione di prestigio che ha in essi lo sport italiano. Un elemento critico che resta nell’attuale sviluppo dello sport femminile è che esso, ancora oggi, è caratterizzato da differenze di genere in termini di finanziamenti, di sponsor e di presenza nei media. E soprattutto al suo sviluppo in campo agonistico non corrisponde una affermazione e una presenza della stessa misura nelle strutture di direzione politica, organizzativa e tecnica. Ciò malgrado gli sforzi messi in atto sia dal Comitato olimpico internazionale sia dal Comitato olimpico italiano. Questi e altri aspetti restano settori d’impegno per rafforzare una scelta strategica verso lo sport femminile in modo tale che esso possa continuare nel suo sviluppo e grazie ad esso il nostro Paese possa mantenere il ruolo di eccellenza che ha a livello olimpico e mondiale.

Gwenda Ward
ALLENARE LA DONNA ATLETA
Un punto di vista psicologico
Se vuole sfruttare al massimo il suo potenziale è indispensabile che la donna-atleta sia in grado di avere il controllo di se stessa e della propria prestazione. Il diverso modo di pensare tra i due generi rende tutto ciò più complicato nel rapposto con l’allenatore. Esiste un conflitto di ruoli e per molte donne-atlete fare proprie le pressioni e il modo di pensare necessari per un ruolo nel dominio di un altro è un problema e certe caratteristiche di genere, che potrebbero essere vantaggiose per esse,possono diventare uno svantaggio se male interpretate dall’allenatore. È possibile che le “star” dello sport femminile dal punto di vista psicologico tendano ad essere più atipiche per il loro sesso che non le “star” dello sport maschile. Non necessariamente ciò può rappresentare un vantaggio implicito. Potrebbe essere invece che gli allenatori percepiscano questo genere di donna-atleta come più capace di avere successo. Per cui l’obiettivo dovrebbe essere quello di ampliare i criteri che si considerano necessari per il successo e sviluppare una gamma di abilità psicologiche più ampia per soddisfare esigenze diverse.

Hartmut Sandner
I SEGRETI DI LONDRA
Lo sport di alto livello in Gran Bretagna: struttura organizzativa, finanziamento, promozione e sostegno, ricerca e supporto scientifico, promozione del talento
Dopo avere toccato il punto più basso nei Giochi olimpici di Atlanta del 1996 – un solo vincitore e quindici medaglie in totale – è la quarta volta di seguito che la Gran Bretagna è riuscita a migliorare nettamente il suo bilancio olimpico, piazzandosi al terzo posto nel computo delle medaglie d’oro vinte nei Giochi olimpici di Londra. Dopo il 10° posto nel computo totale delle medaglie dei Giochi olimpici del 2000 e del 2004 (ad Atene però già furono vinte 12 medaglie più di Sidney) e al di là del 4° posto di Pechino, i risultati ottenuti nei Giochi olimpici di Londra provano che le strategie e
i piani per lo sviluppo dello sport ad alto livello, messi a punto alla fine del secolo scorso, hanno prodotto il loro effetto e si deve anche osservare che se con l’assegnazione dei Giochi a Londra nel 2005 fu data una spinta decisiva alla loro realizzazione, essi rappresentano un modello di riuscita che darà i suoi frutti anche in proiezione Rio de Janeiro 2016.

Matteo Bonato, Stefano Gobbo, Pietro Luigi Invernizzi, Antonio La Torre
LA CAPACITÀ DI REAZIONE MOTORIA
La capacità di reazione e i fattori che la influenzano
Dal momento in cui il nostro cervello percepisce un segnale all’istante in cui i muscoli che devono compiere l'azione richiesta si muovono trascorre un intervallo detto tempo di reazione. Tale tempo varia secondo il tipo di stimolo che può essere acustico, ottico o tattile, il numero dei muscoli e la massa muscolare da mettere in movimento, la loro distanza dal sistema nervoso centrale, le caratteristiche genetiche del soggetto e l’allenamento. Viene eseguita un’analisi della letteratura scientifica in modo da definire correttamente il concetto di tempo di reazione, i fattori che lo influenzano e l’eventuale possibilità di allenarlo.

Gaia Liviotti, Franco Merni, Marina Piazza, Anita Hökelmann
LA PRESTAZIONE NELLA GINNASTICA RITMICA
Una proposta di analisi della prestazione nella ginnastica ritmica
L’analisi della prestazione è un tema che da decenni domina lo scenario dello sport di alto livello. A tal fine vengono impiegati software sempre più tecnologici e complessi. La presente ricerca vuole avvicinare anche una disciplina a carattere tecnico-compositore come la Ginnastica Ritmica all’analisi della prestazione (definita qui come analisi della coreografia) impiegando un software per l’analisi di gioco, SIMI Scout (SimiGmbH, Unterschleißheim, Germania), adattato all’analisi della coreografia nella GR attraverso lo sviluppo di un template adeguato. Le otto squadre finaliste nella composizione con 5 palle al Campionato Mondiale 2011 (Montpellier, Francia) sono state analizzate quantitativamente al fine di sensibilizzare il mondo della Ginnastica Ritmica in particolare e quello degli sport tecnico-compositori in generale alla pratica dell’analisi quantitativa della prestazione. Gli scopi sono: fornire dati relativi allo sport di alto livello agli staff tecnici di squadre/atleti “minori” per aspirare a risultati sempre migliori; rendere tali discipline più obiettive e quindi più comprensibili al pubblico; gettare le basi per la creazione di banche dati per i futuri cambiamenti dei Codici dei Punteggi. Si auspica inoltre che in futuro si possano rendere più oggettive le caratteristiche qualitative di tali discipline e si possano così condurre analisi il più complete possibile.

Maurizio Cevoli
COMPETENZA E PROCESSO FORMATIVO DEL VOLONTARIO SPORTIVO
Profilo di competenze e caratteristiche dei processi formativi del volontario sportivo
Le organizzazioni sportive sono poste quotidianamente di fronte al dilemma tra l’indispensabile ruolo dei volontari e l’esigenza di livelli crescenti di qualità del lavoro. A quanto dice l’ISTAT, le istituzioni non profit sportive sono 92.838, circa un terzo di tutte le istituzioni non profit censite. Il 92,3% degli uomini e delle donne che organizzano e gestiscono le attività sportive sono volontari: una cifra che raggiunge il milione in valore assoluto. Contemporaneamente, lo sport sta diventando sempre più complesso da gestire: la competizione internazionale, l’emergere di discipline nuove, l’aumento complessivo di offerta sportiva, oggi copre fasce di età impensabili fino a venti anni fa. All’aumento di complessità corrisponde il bisogno di qualificare il lavoro degli operatori sportivi. Nello scritto si mettono in relazione concetti usualmente non accostati tra loro: volontarietà dell’impegno e costruzione della competenza. Il primo passo è il riconoscimento dell’esistenza di uno specifico modello di competenza, costituito da una somma di conoscenze, capacità, valori che ne fanno un unicum, per cui il volontario sportivo non può essere assimilato a figure professionali prelevate da altri mondi. Il secondo passo è ammettere che le conoscenze sono generate socialmente da una comunità di persone che condividono storia, significati e contesti. La competenza va considerata in una prospettiva sistemica dove il volontario non è una risorsa umana, ma l'attore di un progetto dotato di valore strategico per l’intero movimento sportivo. L’adozione di un modello complesso di competenza del volontario ha due conseguenze. Da una parte, non ha senso valutarne le prestazioni usando gli stessi strumenti adottati nelle organizzazioni costruite per il profitto, perché il lavoro del volontario sportivo produce un impegno pro-sociale, autonomo, prolungato nel tempo, responsabile, dove la gratuità è un elemento fondamentale. Dall’altra gli uomini e le donne di sport hanno diritto a processi di formazione culturalmente densi, progettati ad hoc, rispettosi della loro identità di volontari.

A cura di Mario Gulinelli
TRAINER’S DIGEST - L’età giusta. L’allenamento della forza di bambini e adolescenti

Carlo Varalda  
MACCHINE, MANUBRI, BILANCIERI E ALTRO
L’uso dei sovraccarichi nella preparazione fisica sportiva
Dopo una introduzione sul ruolo dei sovraccarichi nella preparazione sportiva attuale, con particolare riferimento alla loro utilizzazione con i giovani, si espongono brevemente le modificazioni indotte dall’allenamento con i sovraccarichi e si analizzano i vari mezzi di allenamento che possono essere utilizzati (macchine, bilancieri, manubri, cavi, elastici). Si trattano poi le modalità attraverso le quali si può ottimizzare l’uso dei sovraccarichi e il ruolo che svolgono nella preparazione fisica gli esercizi della pesistica e gli esercizi adattati da essa. Si illustra quale sia la progressione didattica degli esercizi della cultura fisica e e vengono esposte alcune riflessioni  conclusive sull’allenamento della forza.

Massimiliano Gollin, Luca Beratto, Nina Serravite, Ruben Allois  
L’ALLENAMENTO DELLA FORZA NEL WHEELCHAIR TENNIS
L’allenamento della forza con sovraccarichi e il wheelchair tennis: studio longitudinale
Lo scopo di questa ricerca è quello di valutare la variazione della forza isometrica massima di propulsione del mezzo di gara senza (NR) e con (R) l’utilizzo della racchetta in relazione alla preparazione fisica specifica con sovraccarichi del tratto superiore del corpo inun gruppo di atleti praticanti tennis in carrozzina. Il gruppo campione è composto da 12 atleti praticanti wheelchair tennis (WCT) condiversi livelli di disabilità. I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi di sei atleti, uno sperimentale (GS) che ha affiancato alla pratica del tennis un periodo 8 settimane di allenamento con i sovraccarichi in palestra e uno di controllo (GC) che ha continuato a praticare tennis regolarmente. Il GS ha eseguito un mese di apprendimento della tecnica degli esercizi utilizzati nei protocolli di allenamento per escludere l’effetto apprendimento. I gruppi sono stati valutati dopo due mesi di allenamento per la verifica degli effetti provocati dal programma di esercizi in palestra. La forza isometrica massima di propulsione è stata misurata utilizzando il sistema TESYS (Total Evaluation System, Globus Italia, Treviso, Italy) a cui è stata collegata una cella di carico (ESYCC300, Globus Italia,Treviso, Italy). I risultati hanno evidenziato una variazione statisticamente significativa nel GS con incremento della forza sia nella condizione senza racchetta (p<0,05, +16%) sia con racchetta (p<0,05, +11%). In GC non si sono osservate  variazioni significative. L’utilizzo dell’allenamento con sovraccarichi ha incrementato la forza isometrica di propulsione sul mezzo di gara sia senza sia con l’utilizzo della racchetta da tennis, mentre la sola pratica del tennis ha avuto una funzione conservativa sulla forza isometrica di propulsione. I risultati indicano come l’allenamento con sovraccarichi del tratto superiore del corpo possa contribuire in modo significativo al miglioramento della performance sportiva in atleti praticanti wheelchair tennis.

A cura di Mario Gulinelli
TRAINER’S DIGEST - Notizie dalla Germania

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