Cos'è LA fitness?

Di SISMES

La fitness (o efficienza fisica) è la capacità di svolgere le attività quotidiane con vigore, prontezza e senza affaticarsi, di trarre piacere durante lo svolgimento delle attività del tempo libero e di affrontare emergenze impreviste (Caspersen et al., 1985; Corbin et al., 2022; Nader et al., 2016).

In passato la fitness è stata suddivisa in
  • componenti legate alla salute e
  • componenti legate alle abilità o alle prestazioni.
Le prime includevano la resistenza cardiorespiratoria, la resistenza muscolare, la forza muscolare, la composizione corporea e la flessibilità articolare. Le componenti legate alle prestazioni includevano l’agilità, l’equilibrio, la coordinazione, la velocità, la potenza muscolare e la reattività. La ricerca più recente ha ridistribuito queste componenti attribuendo, per esempio, un importante ruolo per la promozione della salute sia alla potenza che alla coordinazione. Di seguito ne forniamo una descrizione dettagliata secondo le definizioni presenti in letteratura.

1. Resistenza cardiorespiratoria: è la capacità dei sistemi fisiologici, circolatorio, respiratorio e muscolare, in particolare di fornire ossigeno ed energia per svolgere attività fisica prolungata che coinvolge il movimento di grandi gruppi muscolari, e di eliminare i prodotti della fatica. L’unità di misura di riferimento è il consumo di ossigeno, mentre, nell’ambito dell’allenamento e dell’Educazione fisica, gli indicatori più utilizzati sono tempi impiegati o distanze percorse. I parametri della frequenza cardiaca possono essere utilizzati sia come indicatori dell’intensità dello sforzo che per stimare i livelli di resistenza (McArdle et al., 2019).

2. Forza muscolare: non è semplicissimo definire la forza perché può essere interpretata con i criteri della fisica, della fisiologia o nella prospettiva dell’allenamento e dell’educazione fisica. Può essere considerata la capacità dei muscoli di esprimere tensione. Il muscolo può eseguire la contrazione in diverse condizioni:
  • isometriche (attivazione del muscolo mentre la lunghezza dell’intera unità muscolo-tendine rimane la stessa e il lavoro meccanico è pari a zero),
  • concentriche (il muscolo si accorcia)
  • ed eccentriche (il muscolo resiste attivamente mentre viene allungato da una forza esterna, come la gravità; James et al., 2024).

La forza muscolare si manifesta attraverso diverse espressioni ed è influenzata da molteplici fattori, tra cui la sezione trasversa del muscolo, la tipologia di unità motorie, la coordinazione intra ed intermuscolare. Fuori dall’ambito del laboratorio, essa può essere misurata utilizzando una varietà di test, tra cui test di “una ripetizione massimale” (1RM), test di ripetizioni multiple, test di salto, test di forza isometrica o con strumenti isocinetici. Nell’ambito dell’allenamento e dell’educazione fisica vengono identificate diverse modalità di espressione della forza influenzate sia da processi neuromuscolari (forza massima, forza dinamica massima, forza esplosiva e forza reattiva - Bosco, 1985, 1992) che metabolici (forza resistente e resistenza alla forza) descritte di seguito.
Nella letteratura scientifica relativa alla promozione della salute attraverso l’attività fisica le classificazioni della forza sono semplificate in forza massima, forza resistente e “potenza” che comprende i concetti di forza dinamica massima, esplosiva e reattiva.

  • Forza massima: è l’espressione di forza in cui vengono reclutate tutte le unità motorie ed è la più elevata che un muscolo o un gruppo muscolare è in grado di generare durante una massima contrazione volontaria. È una componente importante di alcune attività sportive, come il sollevamento pesi o l’arrampicata.
  • Forza dinamica massima: è l’espressione di forza che permette di reclutare la maggior parte delle unità motorie veloci attraverso un carico submassimale spostato con la massima accelerazione. Questa espressione permette di mantenere i livelli di forza massima acquisiti.
  • Forza esplosiva: è l’abilità di sviluppare alti gradienti di forza in tempi brevi. Vengono reclutate prevalentemente unità motorie veloci alla massima frequenza. Ne è un esempio il primo passo nella partenza dei 100 metri.
  • Forza reattiva: è la capacità di assorbire l’energia cinetica o potenziale dovuta alla corsa o a una caduta, restituita contraendo la muscolatura per effetto del riflesso da stiramento ed il riuso elastico a carico dell’unità muscolo-tendinea (effetto catapulta) durante il ciclo allungamento-accorciamento.
  • Forza resistente o resistenza alla forza: tipiche negli sport di endurance come il ciclismo, sono prestazioni di forza reiterate nel tempo; quindi, una forma ibrida fra forza e resistenza caratterizzate da diverse durate, regimi di velocità esecutive, modulando carichi che vanno dal 30% al 70% 1RM.

3. Mobilità articolare: è la capacità di un’articolazione di muoversi liberamente lungo tutto il suo arco di movimento. L’ampiezza del movimento di un’articolazione è determinata da fattori intrinseci ed estrinseci. I primi sono le strutture che compongono l’articolazione (ossa, superfici articolari, liquido sinoviale, tendini, legamenti, capsula articolare) e l’elasticità della muscolatura che la circonda. I principali esempi di fattori estrinseci sono la temperatura, l’età, il sesso e l’attività fisica (Gómez-Cabello & Pérez-López, 2019).

4. Coordinazione (motoria): anche il concetto di coordinazione non risulta semplice da definire per la compresenza di differenti teorie del controllo e dell’apprendimento motorio. Alcuni tra i principali autori che se ne sono occupati e che hanno determinato i modelli più seguiti sono Bernstein (1967), Latash (2008) e R. A. Schmidt (1975). Per quanto riguarda questo documento si intende come coordinazione la capacità di svolgere compiti motori, semplici o complessi, in modo fluido e preciso e cioè con una appropriata attivazione temporale dei differenti muscoli (Ministero della Salute, 2021), consentendo di organizzare e controllare i muscoli e le articolazioni per eseguire movimenti precisi e fluidi (Bernstein, 1967; Hulteen et al., 2017). L’enciclopedia Treccani definisce, in fisiologia, la coordinazione dei movimenti, come una particolare funzione del sistema nervoso centrale che, controllando la misura, la direzione e la successione dei singoli movimenti elementari, garantisce l’effetto utile dell’atto motorio complesso. Nella letteratura internazionale vengono utilizzati termini e definizioni differenti, in particolare il concetto di “competenza motoria” potrebbe risultare per molti versi sovrapponibile (Coppens et al., 2019). La coordinazione è essenziale per la realizzazione di tutte le attività motorie. I movimenti coordinati integrano le funzioni senso-percettive e quelle neuromotorie per la realizzazione di innumerevoli specifiche abilità motorie (R. A. Schmidt & Lee, 2012). Nell’ambito della coordinazione vengono considerate quattro grandi tipologie di specifiche abilità legate a:
  • equilibrio e controllo posturale,
  • coordinazione inter-segmentaria e agilità,
  • controllo degli oggetti in movimento
  • e manipolazione (Barnett et al., 2016; Gallahue et al., 2012).

5. Velocità: è la capacità di eseguire un movimento di tutto il corpo o di una delle sue parti in uno specifico intervallo di tempo. Le manifestazioni della velocità possono essere classificate come:
  • a) “tempo di reazione” (o reattività) che individua la velocità con cui si risponde ad un segnale;
  • b) velocità del singolo movimento;
  • c) frequenza dei movimenti ritmici identificabile come la quantità di esecuzioni di un movimento nell’unità di tempo (Weineck, 2009).

6. Composizione corporea: i recenti modelli per lo studio della composizione corporea prendono in considerazione quattro componenti: massa grassa, massa muscolare, massa ossea e acqua corporea in un individuo (McArdle et al., 2019). È una misura importante della salute e della forma fisica, poiché può influenzare una serie di fattori, tra cui il rischio di malattie croniche, le prestazioni atletiche e la qualità della vita. Può, inoltre, influenzare la termoregolazione, che è la capacità del corpo di mantenere una temperatura corporea stabile (Foster, 2018).

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