Correre nella natura

Di Corrado Cerullo



Correre nella natura ha molti significati
: uscire dal caos della città, abbandonare l’asfalto, ricercare paesaggi collinari e montani, respirare aria pulita, riempirsi gli occhi di scorci meravigliosi, aspettare l’alba, osservare il tramonto, immergersi nel buio totale, ascoltare i suoni della natura, trovarsi a fianco degli animali, lasciarsi avvolgere dal silenzio, sentire sulla pelle le gocce d’acqua, il vento, la nebbia, smettere di correre guardando l’orologio, i minuti, i secondi, il chilometraggio e altro ancora.

Di fondo c’è la voglia di ricaricarsi di energia mettendo in relazione sé stessi con qualcosa di più grande dell’uomo, la natura. Il contatto diretto con la natura aiuta a ritrovare serenità attraverso una migliore consapevolezza di sé stessi, delle proprie capacità, della propria forza, dei propri pensieri, della storia umana. È un viaggio alla ricerca delle proprie origini; un’avventura.
Il mondo sportivo ha percepito questa esigenza e sono nate tante forme di competizioni per rispondere al desiderio di un numero di atleti sempre più grande che desiderano provare nuove emozioni di corsa. È sufficiente partecipare a una gara di corsa in natura per scoprire un mondo nuovo fatto di ecomaratone, trail, sky running. E in Italia ci sono tante competizioni durante tutto l’anno.

Ecomaratona
L’ecomaratona è una gara di 42,195 km, cioè la lunghezza della classica maratona, con una piccolissima percentuale di km su asfalto e la quasi totalità dei km percorsi su fondo naturale.
In Italia sta crescendo il numero delle ecomaratone e i motivi di questa crescita sono dovuti sia all’interesse degli organizzatori sia all’interesse dell’atleta. Per gli organizzatori l’ecomaratona rappresenta un’occasione per:
• valorizzare le ricchezze paesaggistiche;
• salvaguardare l’ambiente e la bellezza dei territori attraversati;
• osservare le regole deontologiche di rispetto della natura;
• far assaggiare i prodotti tipici enogastronomici;
• far conoscere le tradizioni del territorio;
• stabilire un rapporto diretto con tutti i partecipanti;
• creare eventi collaterali, cena e pranzo per gli atleti;
• organizzare visite turistiche nei diversi comuni;
• favorire il relax per gli accompagnatori degli atleti, con escursioni organizzate in enoteche, cantine e buoni ristoranti;
• coinvolgere tutto il territorio del percorso di gara, come parchi ed enti territoriali, aziende agrarie, volontariato.

Per gli atleti l’ecomaratona rappresenta un’occasione per:
• attraversare parchi naturali;
• correre su strade sterrate, strade di campo, sentieri, terreno irregolare, poco asfalto;
• immergersi nel verde dell’ambiente naturale;
• ammirare e salvaguardare le bellezze del territorio;
• affrontare salite e discese, ma non tecnicamente impegnative;
• non avere la pressione psicologica della maratona;
• stabilire un rapporto di condivisione tra organizzatore ed atleta.
Partecipare ad un’ecomaratona è una vacanza, è trascorrere un fine settimana all’insegna del turismo sportivo; correndo si fa sport e allo stesso tempo si  conoscono luoghi nuovi; un fine settimana all'insegna della degustazione del buon cibo, poiché gli organizzatori mettono sempre a disposizioni i prodotti gastronomici locali. Bisogna lasciare da parte la fretta e staccare con la routine quotidiana, calandosi nella realtà locale.

Trail
Il trail è una corsa su terreni naturali, con dislivelli altimetrici considerevoli, in regime di semiautonomia; in molti casi il percorso passa attraverso gli itinerari classici di escursionismo. Le gare di trail sono impegnative sia a livello organico sia a livello mentale, durano diverse ore e richiedono un’adeguata preparazione psicofisica e tecnica.
Le caratteristiche principali del trail:
• le superfici di corsa sono su fondo naturale, dallo sterrato al sentiero roccioso;
• lungo il percorso bisogna affrontare e superare gli ostacoli tipici della natura: sentieri più o meno stretti e impervi, tratti esposti e/o scivolosi e ripidi, ghiaioni e pietraie, alberi, cespugli, attraversamento di ruscelli ecc.; la soglia di attenzione deve essere sempre alta, perché non ci sono certezze sulle difficoltà del percorso;
• panorami in quota molto suggestivi;
• dislivelli in salita e in discesa impegnativi, sia dal punto di vista organico sia dal punto di vista tecnico; il dislivello è indicato subito dopo la lunghezza del percorso, con l’aggiunta dei simboli + oppure - ad indicare il dislivello positivo (di salita) e quello negativo (di discesa); la quota indicante il dislivello in salita ed in discesa sarà cumulativa e sommerà tutti i dislivelli del percorso;
• per trasformare una gara con dislivello in una gara equivalente lineare si può utilizzare la formula: D = (L + Disl/100), dove D è la distanza lineare equivalente, L è la distanza in km della gara e Disl è il dislivello positivo in metri diviso 100; l’esempio riferito alla corsa trail di 60 km di lunghezza con un dislivello positivo di 2.500, D = 60 + (2.500/100) = 60 + 25 = 85 km;
• tenere sempre sotto controllo le previsioni meteorologiche, pioggia, sole, neve, temperatura e il periodo dell’anno della gara;
• rispetto dell’ambiente naturale e soprattutto di tutti gli elementi che lo caratterizzano;
• l’atleta è responsabile di sé stesso, deve conoscere il regolamento, valutare con lucidità la propria capacità fisica e mentale, preparare e portare il materiale  obbligatorio specificato dagli organizzatori.

In base alla lunghezza della distanza si parla di trail breve o short trail, trail medio, trail lungo, ultra trail, trail a tappe, trail su neve, trail d’orientamento.

TRAIL BREVE o short trail: fino a 30 km, con dislivelli variabili, da + 500 a + 2.000 m, in base alla morfologia del territorio e della regione.

TRAIL MEDIO: fino a 60 km, con dislivelli variabili, da + 1.000 a + 3.000 m, in base alla morfologia del territorio e della regione.

TRAIL LUNGO: fino a 90-100 km, con dislivelli variabili, da + 3.000 a + 8.000 m, in base alla morfologia del territorio e della regione. Considerata l’enorme distanza della gara, gli organizzatori forniscono all’atleta un roadbook dettagliato, per avere una consapevole percezione di dove si trova e di quello che incontrerà durante il percorso.

ULTRA TRAIL: è un tipo di gara da 100 fino anche 200-300 km, con dislivelli notevoli da + 8.000 fino a + 20.000. È una gara estrema dove, oltre a una preparazione organica e muscolare ottimale, l’atleta deve essere dotato di una predisposizione mentale veramente forte perché si deve correre per diversi giorni, con una difficile gestione della notte e del sonno.
Correre lentamente in mezzo alla natura per ore, per giorni è un po’ come ripercorrere la propria storia con i pensieri che si accavallano l’uno con l’altro; è ritrovare la storia dell’uomo cacciatore che vagava nei boschi alla ricerca di cibo; è un tempo che scorre piano piano ed è dedicato solamente a sé stessi. L’ultra trail è un viaggio, è una sfida, è una ricerca, è un mettersi continuamente alla prova, è una profonda emozione che tiene l’atleta concentrato fino al traguardo e solo dopo l’arrivo si esterna una commozione difficile da spiegare.

TRAIL A TAPPE O CORSA AVVENTURA: è un tipo di gara che comprende due o più tappe e si svolge in ambienti naturali suggestivi, che vanno dalla montagna al deserto. Ad ogni tappa si stila una classifica e dalla seconda tappa in poi si sommano i tempi impiegati; alla fine il vincitore sarà l’atleta con il minor tempo complessivo.

TRAIL SU NEVE: è una gara su neve e ghiaccio, l’ultima conquista dell’uomo sempre alla ricerca della grande sfida in condizioni climatiche estreme, come in Antartide, dove le bassissime temperature, il vento, la neve e il ghiaccio rendono la gara un’avventura ai limiti della condizione umana. Oltre ad essere predisposti a una grande resistenza psicofisica in condizioni estreme, è fondamentale avere equipaggiamento, vestiario, calzature adeguati.

TRAIL DI ORIENTAMENTO: è una gara in ambiente naturale, dove gli organizzatori consegnano all’atleta una carta geografica e una bussola; con questi due strumenti l’atleta deve orientarsi, scegliere la strada e passare su determinati punti di controllo per dimostrare che sta seguendo il percorso. L’atleta deve essere sempre concentrato, sia nello scegliere il percorso più breve che porta al punto di controllo, sia nel superare gli ostacoli che la natura gli mette di fronte durante il percorso.

CORSA IN MONTAGNA: è un tipo di gara che si svolge in alta quota, sopra i 1.500 m di altitudine, con importanti tratti di salita e discesa posti in alternanza, che possono anche includere tratti di sentieri esposti, con un lato affacciato su un pendio molto scosceso e a tratti verticale.

SKYRUNNING E SKYRACE: sono gare dove la componente preponderante è costituita dall’altitudine, che oscilla tra i 2.000 e i 4.000 m. Le competizioni si svolgono su sentieri esposti, con un lato affacciato su un pendio molto scosceso e a tratti verticale e su sentieri in cresta;  difficilmente le gare superano i 21 km.

SKYMARATHON: è una gara sulla distanza classica della maratona, 42,195 km, che si svolge in alta montagna, tra i 2.000 e 4.000 m di altitudine.

VERTICAL KILOMETER: è una gara di salita che consiste nel salire un dislivello positivo di 1.000 m, sviluppato su una distanza di 3 o 5 km.

Articolo tratto dal libro: Percorrere il trail, di Corrado Cerullo. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2019.