Pallanuoto: intervista a Giovanni Melchiorri

A cura di Gianni Bondini



Giovanni Melchiorri è il "professore del Settebello" e lo si potrebbe definire persino l’altra faccia di Sandro Campagna. Assieme sono il tandem decisivo della pallanuoto italiana. Già dalla sua tesi di laurea il professor Melchiorri dimostra quelle che saranno le qualità che metterà al servizio del Settebello, il titolo è “Valutazione funzionale dell’atleta: massimo consumo d’ossigeno e composizione corporea”. È professore presso l’Università di Roma Tor Vergata. La sua è una conoscenza dello sport che viene pure dalla sua storia familiare e da collaborazioni in altri sport: Nazionale Italiana di Judo, squadre di serie A di calcio e calcio a cinque, gruppo sportivo Carabinieri. Specializzato in Medicina Fisica e della Riabilitazione. È stato impegnato in tre Olimpiade, sei Campionati del Mondo e cinque Campionati Europei. Riesce a legare benissimo con un CT come Sandro Campagna, vulcanico e vincente. E non è poco.
Gianni Bondini

Campagna afferma che per ottenere il successo siano qualità decisive metodo, conoscenza e rigore. Per quale di queste qualità è stato importante il suo contributo di medico del Settebello?
“Io sono di quelli che sostiene che lo studio ci cambi realmente la vita ! Il mio contributo è stato quello di poter coniugare la mia passione per lo sport con lo studio di questo splendido sport che è la pallanuoto. Ci siamo trovati assolutamente d’accordo sulla necessità di rigore, avevamo
riscontrato più incertezze sulle conoscenze e cercando di colmarle abbiamo provato a creare un metodo nuovo di lavoro. Lo studio appunto ci ha permesso di avere qualche incertezza in meno e la ricerca, quando lo studio non era sufficiente, ci ha ulteriormente sostenuto nelle scelte. Dal
punto di visita metodologico della ricerca il mio contributo è stato quello di seguire le indicazioni del nostro commissario tecnico sull’evoluzione che immaginava per il gioco e cercare di studiare come rendere gli atleti più efficienti possibili per quel gioco. Dal punto di vista medico ho cercato
di dedicarmi eticamente al sostegno di questi incredibili atleti che sono tra quelli che più si allenano (30-35 ore settimanali) e che per la tipologia del gioco spesso soffrono di rilevanti infortuni.”

Quali sono state le differenze atletiche tra gli azzurri e i loro più qualificati rivali?
“In termini fisici la pallanuoto è nata e si è sviluppata molto in zone geografiche dove le dimensioni corporee possono frequentemente essere diverse dalle nostre. Le dimensioni corporee però, se pur importantissime nella pallanuoto, sono solo uno degli aspetti in grado di influenzare la
prestazione. I nostri avversari erano e sono spesso più alti e pesanti di noi quindi dal punto di vista atletico si è dovuto gioco forza puntare sul massimo miglioramento dell’efficienza fisica dei nostri atleti. La questione delle dimensioni corporee poi potrebbe trasformarsi in una sorta di
alibi per cui a me piace dire che hanno caratteristiche diverse da noi e che noi per competere con loro dobbiamo sempre puntare alla massima efficienza.”

Sappiamo che ha svolto diversi studi di match analysis quanto sono stati importanti nella preparazione degli azzurri?
“Come le dicevo questi atleti si allenano veramente molto e negli ultimi  anni la quantità dell’allenamento stava ulteriormente aumentando. Gli studi di match analysis sono stati molto utili per definire al meglio il modello di prestazione dei nostri atleti considerando le differenze tra i ruoli ed il diverso livello di impegno durante le gare. Come in altri sport quindi abbiamo cercato di proporre un modello di allenamento che fosse più possibile adeguato in funzione del modello di prestazione. Oltre a fornire un’interessante strategia per l’ottimizzazione della prestazione del
pallanuotista questo approccio ha consentito di limitare al massimo le patologie muscolari ed articolari da “sovraccarico”. In tal senso è rappresentativo quanto è avvenuto per le patologie della spalla. Dieci anni or sono le patologie della spalla non direttamente collegate a traumi maggiori
erano la patologia più frequente nei pallanuotisti. Oggi queste sofferenze articolari sono in sostanza assenti negli atleti di più elevato livello agonistico. Tale notevole riduzione dell’incidenza delle patologie di spalla è a mio avviso da ricondurre all’ottimizzazione dell’allenamento.”

Ha notato carenze fisiche tra i più giovani e come ha pensato di superarle?
“No non si può assolutamente parlare di carenze fisiche ma da genitore oltre che da appassionato di sport auspico che ai più giovani sia il lasciato tutto il tempo per il gioco ed il divertimento senza un’eccessiva e precoce rincorsa alla preparazione fisica. Questa problematica non riguarda
solo la pallanuoto ma tutto lo sport. Senza contraddizione con quanto appena detto e solo come provocazione penso che anche se in forma ludica può essere importante introdurre nei giovani esercitazioni adeguatamente mirate al miglioramento della forza muscolare.”

In conclusione, quali interventi di “scienza dello sport” sono stati i più efficaci per la pallanuoto italiana?
“Penso che la cosa più importante sia stata l’approccio e la possibilità  che ho avuto di condividerlo totalmente con il nostro commissario tecnico. L’approccio ricercato è stato spesso pratico. L’obiettivo perseguito è stato ed è quello di affrontare i dubbi inevitabilmente legati al cambiamento come un’opportunità di miglioramento.
Negli ultimi anni per esempio si stanno ipotizzando nuove modifiche del regolamento di gioco ed è chiaro che queste modifiche porteranno ad un cambiamento del modello di prestazione ed inevitabilmente a quello di allenamento. In questo caso dovremo metterci in discussione e riprendere a studiare gli effetti di questi cambiamenti. Un altro aspetto importante è stato e spero sarà la trasformazione delle nostre informazioni in formazione. I nostri tecnici in formazione e o quelli che già da più anni lavorano hanno attualmente maggiori strumenti di formazione ed aggiornamento. Lo stesso Campagna ha dedicato l’ultima medaglia di Rio anche al nostro movimento pallanuotistico. Un movimento che per numero di praticanti attivi rispetto ad altri sport di squadra nazionali ha numeri sicuramente inferiori ma nonostante questo riesce a competere per importanti risultati internazionali. Questo investimento in formazione è molto importante, voluto e sostenuto dalla nostra federazione.

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