Attività fisica e sedentarietà nei giovani

Di Andrea Piccinno, Dario Colella



L’attività fisica è un importante fattore per la promozione della salute nelle diverse età (U.S. Department of Health and Human Services 2010; Janssen et al. 2010) e per la crescita della persona nell’età evolutiva (Byrne, Hills 2007).


I più recenti studi di sorveglianza avvertono che il fenomeno dell’inattività fisica continua a progredire, coinvolgendo diverse fasce di età e le popolazioni di tutto il mondo. Identificare i determinanti e le caratteristiche di uno stile di vita fisicamente attivo dell’adolescente, oggi assume particolare importanza e urgenza perché consente di individuare i benefici delle attività fisiche per la salute e l’educazione della persona (Biddle et al. 2003, 1998; Sallis et al. 2000) e programmare interventi multisettoriali e interdisciplinari.
Emerge il bisogno di analizzare ulteriormente tipologia, caratteristiche e contenuti delle attività fisiche nei giovani per contrastare le abitudini sedentarie, anche se la promozione delle attività fisiche rimane una problematica socio-culturale che coinvolge i governi dei vari Paesi, richiede programmi istituzionali verificabili e interventi scientifico-metodologici integrati (Rowland 2005; Biddle et al. 2003).


La sedentarietà è associata a incrementati fattori di rischio per la salute nei bambini e negli adulti e con precoce mortalità negli adulti, indipendentemente dai livelli di attività fisica (Tremblay et al. 2011; Katzmarzyk et al. 2009; Sardinha et al. 2008; Healy et al. 2008; Ekelund et al. 2006). Livelli elevati di comportamenti sedentari sono stati associati a un incremento del grasso corporeo, dell’Indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI), e al rischio di essere in sovrappeso (Tremblay et al. 2011; LeBlanc et al. 2010); a un decremento dei livelli di V.O2max e di forza (Christoforidis et al. 2009; Albarwani et al. 2009), a un incremento del livello di colesterolo e del rischio di ipertensione (Dasgupta et al. 2007; Hancox et al. 2004), all’insulino-resistenza (Sardinha et al. 2008; Dasgupta 2008), e alla sindrome metabolica (Mark, Janssen 2008). Inoltre, alcuni studi trasversali hanno sottolineato come tali comportamenti siano associati ad un aumento dei sintomi depressivi e a un basso livello di autoefficacia percepita sia nei giovani sia negli adulti (Russ et al. 2009; Holder et al. 2009). Coloro che trascorrono meno tempo guardando la televisione dimostrano un diverso sviluppo dei fattori psico-affettivi, maggiore stabilità emotiva e creatività, minore aggressività (Chen et al. 2008; Kuntsche et al. 2006); al contrario, i giovani che trascorrono un tempo maggiore davanti ad un monitor, manifestano maggiori difficoltà di attenzione (Johnson et al. 2007), minori progressi negli apprendimenti (Ennemoser, Schneider 2007), determinando un declino nel rendimento scolastico (Kristjansson et al. 2009; Kovacs et al. 2008). Stili di vita sedentari nell’età evolutiva, quindi, sono associati a condizioni di morbilità che, se persistenti nell’età adulta, contribuiscono allo sviluppo di patologie croniche quali malattie cardiovascolari, diabete mellito non insulino-dipendente, osteoporosi e obesità (Katzmarzyk, Janssen 2004).


La partecipazione a una regolare attività fisica è associata a molteplici benefici per la salute (maggiore dispendio energetico medio, effetti preventivi e protettivi per lo sviluppo scheletrico, miglioramento dell’efficienza cardiovascolare, riduzione dell’adiposità) (Gunter et al. 2012; Andersen et al. 2011; Boreham, McKay 2011), insieme ad un ruolo preventivo per il trattamento delle malattie croniche (Hallal et al. 2006). Nonostante i benefici per la salute siano ripetutamente evidenziati, tra i giovani del XXI secolo l’inattività fisica e le abitudini sedentarie, insieme all’elevata prevalenza di sovrappeso/obesità, risultano essere la maggiore minaccia per la salute (Blair 2009; WHO 2004).
Per i giovani l’adesione a programmi di attività fisica e sportiva, attraverso attività strutturate nell’orario scolastico e diverse opportunità nel tempo libero, è un contesto privilegiato per la pratica di uno stile di vita  fisicamente attivo da proseguire in età adulta (Byrne, Hills 2007). Infatti, sebbene le patologie cardiache, l’osteoporosi e altre malattie croniche si manifestino in età adulta e anziana, è ormai evidente come il loro esordio sia precoce, durante l’età evolutiva (Gunter et al. 2012).
La scelta degli stili di vita compiuta dagli adolescenti, ha conseguenze a lungo termine nell’età adulta. Alcuni recenti studi, infatti, confermano che la partecipazione ad attività fisiche durante l’infanzia e adolescenza è associata a benefici nel breve e lungo termine, quali maggiore dispendio energetico medio tra gli adolescenti, maggiori livelli di attività fisica e minori livelli di Indice di Massa Corporea (Body Mass Index, BMI) nell’età adulta (Phillips, Young 2009; Tammelin et al. 2003).


Livelli di attività fisica e scuola
Promuovere la salute attraverso l’attività fisica è responsabilità di diverse istituzioni e la scuola primaria e secondaria costituiscono il contesto privilegiato per l’attuazione degli interventi (Fairclough, Stratton 2005; IUHPE 2011). I giovani trascorrono la maggior parte del loro tempo a scuola e il curriculum di educazione fisica è comunemente riconosciuto come il più importante veicolo per la promozione dell’attività fisica (Biddle, Mutrie 2001).
Tuttavia, le attuali raccomandazioni per l’attività fisica non possono essere rispettate solo attraverso l’educazione fisica a scuola (Sallis et al. 1997), poiché l’orario d’insegnamento nell’Ue varia da Paese a Paese: in rapporto al grado d’istruzione, il monte-orario è inferiore rispetto a quello delle altre materie; emerge un trend negativo nella partecipazione a tali attività (European Commission/EACEA/Eurydice 2013; Hardman 2008).
Se le attività curriculari risultano essere non sufficienti ad incrementare i livelli di attività fisica dei bambini e degli adolescenti, è necessario che gli educatori coinvolgano gli studenti in attività extracurriculari. La  partecipazione ad attività sportive risulta essere il modo più efficace sia per rispettare le raccomandazioni per l’attività fisica, sia per ottenere un livello accettabile di attività fisica intensa (Gracia-Marco et al. 2010; Seabra et al. 2007). Infatti, alcuni ricercatori hanno osservato che nei bambini tra i 6 e i 12 anni si determina una maggiore attività fisica intensa nei giorni in cui partecipano alle attività sportive, rispetto ai giorni in cui non si svolge tale attività (Wickel, Eisenmann 2007).


Conclusioni
Numerosi ambiti scientifici sono coinvolti sulla problematica della prevenzione delle abitudini sedentarie e sull’aumento dei livelli di attività fisica dell’adolescente. Secondo i rispettivi ambiti d’indagine, assume importanza l’individuazione delle condizioni per promuovere la pratica dell’attività fisica, sollecitando interventi congiunti tra diverse istituzioni.
Uno snodo irrinunciabile è costituito dalla metodologia dell’insegnamento e dalle competenze dell’Esperto che prende in carico la programmazione, conduzione, valutazione degli interventi delle attività fisiche destinati ai giovani.
Scelte e soluzioni organizzative richiedono qualificazione professionale. Con particolare riferimento alla scuola primaria, probabilmente i tempi sono maturi per attuare il passaggio da progetti sperimentali a interventi sistematici e verificabili annualmente, integrati nel curricolo. Nella scuola secondaria, invece è opportuno assicurare ai giovani il raccordo tra educazione fisica, pratica sportiva e attività fisiche nel tempo libero, per acquisire e conservare uno stile di vita fisicamente attivo e favorire un processo educativo integrale.



Per approfondire: Sedentarietà ed obesità. Bazzano C. - Bellucci M. - Faigenbaum A.D., Perugia: Calzetti & Mariucci, 2007. I pesi per la salute dei giovani. A cura di Mario Bellucci. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2010. Bambini in movimento. M.Bernardi, C.Bertolucci, V.Canali, R.Conte, C.Mainardi, A.Tasco, E.Volta, M.Zoni. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2013.



Articolo tratto da SDS Scuola Dello Sport, n° 98. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2013.